ANDREA CARABELLI

Attore, regista, maestro di teatro

ANDREA CARABELLI

Attore, regista, maestro di teatro

ANDREA CARABELLI

Attore, regista, maestro di teatro

Eroi di montagna

Il resoconto si concentra simbolicamente tra due estremi che delimitano la stagione eroica dell’alpinismo: dalla prima ascensione sul Monte Cervino nel 1865 ad opera di Edward Whymper fino alla salita in solitaria in inverno di Walter Bonatti sulla parete nord della stessa cima nel 1965. Cent’anni di racconti ai limiti del mitologico come le imprese di Tita Piaz sulle Torri del Vajolet o quella di Bonatti quando sotto la cima del Petit Dru rischiò il tutto per tutto (anche perché indietro ormai non poteva più tornare) utilizzando la corda come un vero e proprio lazo. Ci siamo voluti concentrare proprio su eroi che spiccano come cime tra tutti: Emilio Comici, Giusto Gervasutti, Ettore Castiglioni, Riccardo Cassin, e appunto Walter Bonatti. Ognuno di loro ha un tratto che lo contraddistingue pur nel comune amore di tutti per la montagna e il raggiungimento della sua vetta.

 

Comici con quella sua ricerca del gesto estetico perfetto, sia nella singola mossa plastica che nella traiettoria perfettamente perpendicolare. Gervasutti il Fortissimo con i suoi pensieri malinconici che non lo rendevano mai soddisfatto, sempre alla ricerca di un nuovo stimolo. Castiglioni che sfrutta le sue capacità e la sua conoscenza per salvare ebrei ed esuli durante e dopo la Seconda Guerra. Cassin col suo gusto di condivisione delle imprese. Bonatti con la sua necessità di far emergere l’avventura creativa proprio in mezzo alla difficoltà e all’imprevisto. Storie che si intersecano l’una con l’altra: seppur distanti negli anni si ammirano l’un l’altro come discepoli nei confronti dei maestri. C’è spazio anche per storie apparentemente più piccole ma che raccontano del medesimo amore per la contemplazione e della medesima necessità dell’azione, come la storia del Papa montanaro di Desio, Achille Ratti o del Professor Kugy alla ricerca sulle Alpi di un fiore introvabile.

Chi ha saputo descrivere con maestria e consonanza queste avventure è stato lo scrittore Dino Buzzati, vero amante delle Alpi (di Belluno, chiese di chiudere gli occhi di fronte alle sue Dolomiti) che nei resoconti che fece come cronachista sul Corriere della Sera accende riflessioni e poesie (c’è spazio anche per quelle così intense della montanara di Pasturo Antonia Pozzi) che ci inducono a interessarci a quegli alpinisti come uomini prima di tutto: “Senza quegli impulsi temerari, disinteressati, e apparentemente folli, all’uomo verrebbe a mancare la famosa fiammella”.
Sono stati definiti gli ultimi eroi della storia d’Italia.

 

 

 

 

A noi piace considerarli uomini che hanno vissuto la vita in pienezza: con impeto e in contemplazione.

Come direbbe Castiglioni: “La vita vissuta è solo quella conquistata. Perciò la vita è difficile e deve essere difficile, come un’ascensione che non può essere bella se non è anche difficile. Ove non c’è difficoltà, non c’è lotta; ove non c’è lotta, non c’è conquista. Perciò la vita è lotta”.